sabato 12 marzo 2011

Racconti dall'Uganda (Il Viaggio di Margherita, 12 - 23 dicembre 2010)

Dice giustamente il nostro amico Giorgio Mazzola (I.S.”Cristo Re”):
“Ogni viaggio, se lo si vive bene, rappresenta l’opportunità di una grande esperienza formativa. Vuoi visitare altri luoghi e altre culture? Bene, impara allora ad essere povero. Se vuoi davvero incontrare qualcuno, cerca di essere povero. Solo chi è povero può realmente incontrare qualcuno. Il ricco regala, distribuisce, pianifica, si moltiplica. Il povero non ha niente da dare, quindi incontra, accoglie".
Per noi del R.M. si tratta ora di vedere come l’intuizione, “la forma di vita” che è nata in certi tempi e in un certo luogo può mettersi in viaggio e incontrare culture e cammini diversi.
Dedichiamo particolare cura alle singole giovani donne che i Servi ci fanno incontrare perché arrivano, in qualche modo, presso le loro parrocchie o conoscono l’Ordine secolare servitano e mostrano un particolare desiderio di dedicarsi maggiormente all’"apostolato laico”.
Puntiamo molto sulla crescita del loro senso di responsabilità e sulla loro autonomia: devono sempre fare i conti con una società ancora fondata sul maschilismo, sulla poligamia, sulle prevaricazioni del potere e per giunta troppo spesso segnata dal malgoverno e dalla corruzione.
L’appello per l’attribuzione, in questo anno, del Premio Nobel per la Pace alle donne africane, afferma tra l’altro:
“Le donne sono la spina dorsale che sorregge l’Africa. In tutti i settori della vita: dalla cura della casa e dell’infanzia, all’economia, alla politica, all’arte, alla cultura, all’impegno ambientale. Per questo in Africa non è pensabile alcun futuro umano, senza la loro partecipazione attiva e responsabile. Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe nessun domani per l’Africa... Sono in maggioranza le donne a lavorare i campi in una terra che quasi mai appartiene a loro, solo perché donne. Ad esse che controllano il 70% della produzione agricola, che producono l’80% dei beni di consumo e assicurano il 90% della loro commercializzazione, è quasi sempre impedito di possedere un pezzo di terra….”.

Ora stiamo seguendo in particolare alcune donne, giovani e meno giovani, che hanno attraversato varie avversità ma riescono a continuare il loro cammino senza arrendersi. Tutte lavorano ma i mezzi che usano sono scarsi e inadatti per un dignitoso guadagno. La sarta continua a lavorare con una macchina da cucire molto vecchia e il suo boss vuole maggiori risultati. La negoziante apre una piccola finestra per vendere qualche prodotto sperando di non essere ancora derubata come già è successo parecchie volte.
Tutte si ingegnano con creatività e mettono a disposizione tempo e capacità sia per la loro formazione biblico-spirituale sia per aiuti concreti ai numerosi tipi di povertà presenti nel loro territorio parrocchiale e non.

E’ la terza volta che Anna ed io andiamo in visita in queste terre e questa volta abbiamo percepito maggiormente la crescita della loro fiducia nei nostri confronti, abbiamo vissuto una gioia crescente nell’incontrarci e una consapevolezza maggiore dei contenuti che insieme ci offriamo per un sostegno nelle scelte di fondo, suscitate dal comune carisma mariano, di fraternità e servizio.
I fratelli Servi di Maria, dai prenovizi ai professi, dai frati formatori ai frati che prestano il loro servizio come sacerdoti e al frate Delegato e responsabile per l’Uganda, tutti hanno contribuito a rendere il nostro soggiorno carico di attenzione e cura, di condivisione dei momenti spirituali e di mensa fraterna nonché di momenti di festa insieme alle altre componenti della Famiglia stessa.

A Kisoga abbiamo visitato più volte il piccolo centro delle Suore Mantellate di Pistoia.
Loro, già da anni, hanno iniziato una scuola per i bambini e per i più grandicelli. Hanno formato alcune persone che poi hanno iniziato ad insegnare in questa scuola e ne curano l’andamento e l’organizzazione. Hanno un particolare sguardo per tutti gli anziani che rimangono soli e senza cibo. Hanno anche una piccola casa di cura per donne malate di AIDS e altri disturbi simili. Seguono i figli di donne povere e sole.
Sr.Giuditta, infermiera, è sempre alla ricerca dei più abbandonati che si nascondono per paura della gente e per la vergogna delle loro miserie. Spesso non riesce a trovare soluzioni e risposte ai vari bisogni. Sr.Benizia ha puntato molto sulla scuola e sulla diffusione di informazione e cultura. Sr.Gemma e Sr.Lucia si sono dedicate alla formazione delle ragazze e al lavoro in parrocchia.

Ancora una volta facciamo esperienza di quanto siano fondamentali il collegamento, la comunione e la collaborazione con le più svariate forme di vita all’interno della Famiglia servitana!

Margherita Palazzi


Betty con la sua vecchia macchina nel bazar del boss